A CENA CON MANINADai ragazzi del 53 ai ragazzi di ManinaManina Consiglio è una tranquilla e simpatica signora che, circa dieci anni fa, cercando un posto "per scrivere e pensare, per fare il punto della mia vita", approda dalla sua Napoli sull'isola di Nosy Be, a nord ovest del Madagascar. Resta colpita dai quei colori, dai profumi, dalla luce e dalla gente. Dopo la prima vacanza, decide di trasferirsi e di vivere lì, per sempre: "...no, non ero andata a fare la missionaria, volevo solo scrivere e pescare..." ed invece, casi strani della vita, inizia ad occuparsi dei bambini, come al solito i più bisognosi, che non conoscono l'infanzia, non vanno a scuola, non hanno un futuro. "Li vedevo morire tutti i giorni, è la malaria mi dicono. Loro la chiamano "fièvre". Comincio a curarli, bastano tre pillole, ma loro non hanno i soldi per comprarle... organizzo delle visite con una dottoressa malgascia e oggi gli ambulatori sono tre, si visitano quasi settanta persone al giorno, bambini e anziani non pagano la visita che costa 20 centesimi di euro...anche i medicinali sono gratis... no, oggi non muoiono più". Non solo scuole per bambini. Manina non si ferma qui e ben presto rivolge le sue attenzioni anche ad altri bisognosi quali gli anziani, i malati e le famiglie più indigenti. Con l'aiuto dei capi villaggio prepara una lista dei poveri e, recandosi personalmente nei villaggi per fare la loro conoscenza, si rende conto che coloro che soffrono la fame sono molto più numerosi di quelli segnalati "sono quasi duecento le famiglie alle quali fornisco regolarmente ogni mese dieci chili di riso e approfitto dell'occasione per regalare loro anche qualche indumento, una maglietta, un cappellino..." sorge inoltre di fronte alla biblioteca la prima casa degli anziani, "la maison de repos", e "un'altra è poco distante da casa mia: ci vivono due giovani handicappati, due donne sulla sedia a rotelle e due anziani rimasti soli... hanno un alloggio sicuro e pulito, un letto e un pasto al giorno, se occorre ricevono assistenza medica... in totale le due case accolgono diciotto persone". A Nosy Be non c'è l'oculista e Manina provvede: "Il mercoledì è il giorno delle visite oculistiche per presbiti. Ormai mi sono specializzata e con un piccolo dizionario controllo loro la vista. Giù dall'età riesco a intuire il grado di presbiopia e vengo ricompensata con un grande sorriso: Manina ci vedo!" Durante i preparativi per la nostra gita a Nosy Be avevamo saputo di questa signora, di questa napoletana coraggiosa che stava facendo qualcosa di molto importante e abbiamo deciso di contattarla. Ironia della sorte, quando noi eravamo in partenza per Nosy Be, Manina stava giusto tornando in Italia e non ci siamo potuti incontrare nella "sua" isola. Sull'isola dei profumi abbiamo invece visto le sue scuole: "Sono scuole comunitarie che nascono dall'impegno condiviso della gente dei villaggi. I "fokontani", i capi villaggio, mi hanno sempre aiutata chiedendomi di costruire le scuole ed io le costruisco e le mantengo ma la proprietà è e rimane del villaggio in cui sorgono. Sono le uniche scuole a cui tutti i bambini hanno la possibilità di accedere senza pagare iscrizione e retta scolastica, né il materiale didattico...". Siamo stati a trovarli i "suoi bambini" -riconoscibili dal grembiulino rosso e blu- e abbiamo portato dei semplicissimi doni che sono stati accolti con gioia; dopo aver visto tutto siamo detti che, sì, la dovevamo proprio incontrare, questa signora, non appena fosse stato possibile, per poterle prima di tutto stringere la mano, ma anche per provare ad aiutarla. E così, un anno dopo il nostro viaggio, quando finalmente Manina è rientrata in Italia per occuparsi di tutte le cose che deve fare qui, su nostro invito è passata anche da Siena ed è stata nostra graditissima ospite alla nostra sede, a cena con noi. È stato un vero piacere conoscerla e poter ascoltare le sue parole: insieme abbiamo deciso di finanziare uno dei suoi progetti. Continua: "Quest'anno finalmente, ho potuto aprire un asilo nido nell'edificio della Croce Rossa: quattro stanze ristrutturate in cui si accolgono i bambini dai sei mesi ai due anni. Ho fatto costruire dal falegname 43 lettini di legno tutti blu... ne sono tutti fieri sull'isola. Per i neonati c'è il latte in polvere, per i più grandicelli quello concentrato e diluito e poi anche riso, pesce o carne. II giorno dell'inaugurazione erano presenti le autorità e anche la TV locale, un successo!" Non mancano nemmeno le attività ludico/sportive: "I giovani del mio villaggio mi avevano chiesto da tempo un campo per poter giocare a basket... ora che l'hanno avuto sono diventati dei veri campioni, arrivano coppe in quantità. Mancano però le maglie e i pantaloncini, chissà se ci potrete pensare voi..." E' contenta Manina, ride felice di aver realizzato qualcosa che sembrava impossibile e lo Stato malgascio. riconoscendo l'importanza del suo operato, l'ha nominata "Chevalier de l'ordre de la Republique de Madagascar". Alcuni la chiamano "la reine des enfants", altri "maman de tous les malgasces" e lei cosa dice? "E' proprio così che mi sento e, come tutte le mamme, non mi pesa ciò che do, tale e incommensurabile è la gioia che ricevo in cambio!" Era arrivata a Nosy Be per vivere tranquilla. per scrivere e pescare. Ora la sua vita non è più tanto tranquilla ma è intensa, ha un senso e lei e felice di aiutare chi ne ha tanto bisogno. Quasi tutti i bambini dell'isola, dai tre anni in su, frequentano la scuola, sono tanti: seimila a Nosy Be e tremila nella Grande Terre! Non ci sono più bambini che muoiono di malaria. "Ho cominciato davvero con poco e sono molto felice di aver contribuito al diritto all'infanzia, allo studio, alla salute, insomma... al diritto alla vita." |
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