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2013 - SE VI PARE È COSÌ

ovvero: l'anno che se ne scrisse due, se ne fece una, e fu l'ultima...

...o almeno, pare che sia l'ultima; ma siccome già una volta s'era detto basta e poi invece s'è continuato, se fossi in voi la mano nel fòco 'un ce la metterei... insomma, chi vivrà vedrà.

Certo che quest'anno, visto che c'era da festeggia' i nostri primi sessant'anni, 'un ci siamo fatti manca' proprio niente. Oddio, non è che poi c'entri solo il fatto (epocale, d'accordo) che si sia arrivati a 60. No, no, c'è dell'altro, a cominciare da quello che in questo 2013 è successo a Siena.

Che noi, veramente, s'era messo le mani avanti, e quello che bolliva in pentola s'era detto chiaro chiaro già in tempi (come si usa dire) non sospetti, diversi anni fa. E il nostro pubblico se lo ricorda bene. Così, tanto per ribadire meglio il concetto e per essere se possibile ancora più chiari, s'era preparato un'operetta (Per colpa di chi? era il titolo) che spiegasse a tutti cosa si pensava, noi del 53, delle note vicende che hanno purtroppo portato la nostra Siena agli "onori" dei telegiornali di mezzo mondo.

Apriti cielo!!! amici e sostenitori di vecchia data ci hanno all'improvviso voltato le spalle e non ce l'hanno nemmeno mandato a dire di dietro, anzi... ce l'hanno messo per iscritto: di queste cosa, nell'operetta, non se ne parla.

Voi che avreste fatto? Non lo sappiamo, e nemmeno ci interessa. Però sappiamo quello che abbiamo fatto noi: avanti per la nostra strada, e per un amico perso, ne abbiamo trovato altri, quelli delle Bollicine, disposti a seguirci nella nostra avventura, e a festeggiare degnamente il fatidico compleanno (cosa che poi, tra l'altro abbiamo fatto davvero, con una fantastica serata insieme, ma questo è un altro discorso).

Tutto risolto, dunque? Nemmeno per idea, perché mano a mano che andavamo avanti la realtà ha superato di gran lunga la nostra fantasia, tanto che a un certo punto ci è venuto il sospetto che una talpa facesse avere ai giudici i nostri copioni. Oh, non c'era settimana che non ci toccasse cambiare qualcosa perché l'avevano detto anche al telegiornale, e alla fine c'era il rischio che la gente dicesse che s'era copiato da Emilio Fede.

E poi, alla fine, la tragedia. E di fronte alla tragedia, quel passo indietro che non avevamo fatto quando ce lo avevano pesantemente chiesto, abbiamo liberamente scelto di farlo... da noi... perché non si può ridere quando c'è chi piange.

A questo punto altri si sarebbero arresi. Noi (e ne dubitavate?) no. E passato il Palio s'è ricominciato a lavorare. Tempi stretti, è vero, e c'è toccato rifare tutto da zero. Però, come dicevano anche i Blues Brothers "quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare", e tra noi di duri, sotto tutti i punti di vista, ce n'è da benedi' e santifica'.

E così è andata a finire che in teatro ci siamo arrivati... in autunno, a novembre, ma ci siamo arrivati. E sempre nel rispetto dei drammi personali altrui, abbiamo ugualmente detto... anzi, lo abbiamo fatto dire addirittura a Garibaldi, quello che ritenevamo opportuno dire.

Insomma, mettetela come vi pare, ma sessant'anni sono una bella età, e non si poteva mica tradire il nostro pubblico proprio in una ricorrenza del genere. Tanto più che nonostante le polemiche e il cambiamento di stagione (a proposito, c'è stato anche qualche spiritoso che ha detto che l'autunno, ormai ci si addice più che la primavera), il NOSTRO PUBBLICO ci ha dimostrato ugualmente tutto l'affetto, la stima e la simpatia che da sempre ci ha riservato.

Sicché, alla fine, anche a loro (e alla Siena che in tutti questi anni ci ha seguito e sostenuto) ci è toccato fare un ringraziamento speciale... una canzone tutta per loro, che "stanno ancora qua", a ridere e ad applaudire, nonostante tutti gli anni passati e i capelli bianchi.

Perché, come dice la canzone con la quale abbiamo deciso di "scendere" dal palco... "la neve in testa, ma non nel cuore".

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