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2010 - TE LO DO IO LO COSTITUTO

Correva l'anno 1309 quando il governo della Repubblica Senese decise...

...di far tradurre in lingua volgare (con lungimirante senso civico) l'insieme delle norme che disciplinavano la vita pubblica, rimuovendo così l'ostacolo del latino che (c'è da crederci, con tutti quei testoni del Bandini che già allora c'erano a giro per la città) aveva fino ad allora limitato non poco la conoscenza delle leggi da parte del popolo minuto.

Nel pieno delle celebrazioni per il 700° anniversario del "Costituto", con un fiorire di iniziative in tutti i centri culturali e museali della nostra città, potevano i ragazzi del 53 restare indifferenti?

Naturalmente no, ragion per cui abbiamo deciso di dire la nostra su quell'evento storico, di portata addirittura mondiale, che vide riportare in lingua volgare tutte le leggi, scritte ovviamente in latino, che regolavano la vita della Repubblica Senese negli anni a cavallo tra il '200 e il '300.

L'angolazione da noi scelta per celebrare l'evento è ovviamente molto diversa da quelle tradizionali, ed è focalizzata sulla figura del notaio, soprattutto per rispondere a una domanda alla quale nessuno storico ha saputo (o voluto) dare risposta: chi glielo ha fatto fare di cimentarsi in cotanta impresa? che convenienza ne ha avuto?

Sì, perché tutti si riempiono la bocca con la democrazia, la lungimiranza, la magnanimità del famoso "Buongoverno", ma siamo proprio sicuri che il disegno fosse realmente questo?

Ebbene, i ragazzi del 53, evitando accuratamente di andare a frugare nelle polverose pagine di chissà quali remoti archivi, si sono dedicati a studiare a fondo la misconosciuta figura del notaio Ranieri Ghezzo di Gangalandi, personalità contorta, anche se generosa, ma che non può sicuramente avere accettato l'incarico di tradurre il Costituto solo per la gloria...

D'altra parte, come è ovvio, abbiamo anche considerato le reazioni del popolo a questo atto di immensa democrazia... e anche qui sono uscite fuori diverse sorprese, di quelle che difficilmente vengono messe in luce nei canali celebrativi ufficiali.

Insomma, una rivisitazione forse poco storica, ma sicuramente molto realistica, di quello che davvero è successo in quel lontano (ma per certi versi vicinissimo) 1309.

Saremo stati all'altezza, anche affrontando un argomento così ostico, delle nostre consuete esibizioni che tanto affettuosamente il pubblico ha dimostrato di apprezzare?

Che razza di domande... certo che sì!

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